Dopo lo studio
Sul retro reca, di mano dell’artista, le seguenti scritte a colore scuro di pennello:
sul telaio: “Antonio Mancini di Napoli/Via San Gregorio Armeno 20/£…..;
sulla tela: “Soggetto/dopo lo studio“.
Autore: Antonio Mancini (Roma 1852 – Roma 1930)
Titolo: Dopo lo studio
Datazione: 1874
Tecnica: olio su tela
Dimensioni: cm. 48,5 x 72
Firmato e datato a destra: A Mancini/74
Antonio Mancini – cenni biografici
Nacque a Roma da Paolo, sarto nativo di Narni, e da Domenica Cinti, ternana. Dimostra una tale e precoce abilità artistica che, appena dodicenne, viene ammesso all’Accademia di Belle Arti di Napoli dove è allievo di Domenico Morelli, di Filippo Palizzi e di Stanislao Lista. È anche molto amico dello scultore coetaneo Vincenzo Gemito con il quale condivide una giovinezza povera e difficile, tematica che influenza la produzione artistica di entrambi.
Già nel 1871 due sue opere, esposte alla “Promotrice” napoletana, vengono acquistate da due committenti stranieri, entrambi pittori: Per un fiore dal pittore canadese naturalizzato statunitense François B. De Blois e L’ultima medicina! dal francese Felix de Lapommeraye. Nel 1872 compie un viaggio a Venezia, rimanendo profondamente colpito dalla pittura veneziana. Tre anni più tardi conclude i suoi studi accademici e nel 1883 si trasferisce a Roma dove apre un proprio studio; aderisce alla corrente artistica del Verismo dedicandosi al ritratto e alla pittura di genere aneddotico.
Nel 1877 si trasferisce per alcuni mesi a Parigi, lavorando per i mercanti d’arte Adolphe Goupil e Hendrik Willem Mesdag. Qui Conosce Degas e Manet e diviene amico di Sargent, che lo considera il miglior pittore vivente. Conosce anche Ernest Meissonier e Jean-Léon Gérôme. È anche a Londra, invitatovi da Sargent, dove la sua pittura continua a riscuotere successo.
Ritorna a Napoli e riparte per Parigi nel 1877. Nel 1878 fa ritorno a Napoli, vittima di una malattia e con profonde crisi depressive che, nel 1879, ne consigliano il ricovero in una casa di cura fino al 1883, anno in cui decide di trasferirsi definitivamente a Roma, dove può contare anche su di un aiuto finanziario dagli artisti suoi amici. A Roma conosce Aurelia che, oltre a posare per lui come modella, diviene anche sua compagna di vita.
Nel 1885 stipula un contratto con il mecenate olandese Mesdag, che provvede ad inviargli regolarmente del denaro in cambio di dipinti e disegni (circa 150 lavori) che il mercante tratterrà per sé (oggi sono nel museo a lui intitolato) e a vendere il resto. Tra il 1901 e il 1902 è in Inghilterra, dove si reca per eseguire alcuni ritratti dell’alta società, incoraggiato in tal senso dal pittore statunitense John Singer Sargent. Tornerà in Inghilterra e in Irlanda tra il 1907 e il 1908. Ha inoltre un contratto con il mercante Messinger (lavorerà per lui fino al 1911) e poi con il mecenate e collezionista Fernand du Chêne de Vère che lo ospita nella propria residenza di Villa Jacobini (Casal Romito) a Frascati, dove rimane per 11 anni, fino al 1918.
Espone a Venezia nel 1914 e nel 1920, anno in cui la XXII Biennale gli dedica una mostra personale. Nel 1928 espone al Castello Sforzesco di Milano, nel 1929 viene accolto nell’Accademia d’Italia.
Muore a Roma nel 1930 ed è sepolto presso la navata destra della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio, sull’Aventino.
Ultimo aggiornamento
14 Ottobre 2024, 12:51