Globo celeste
Il Museo espone due preziosi globi, uno terrestre e l’altro celeste, opera di Charles Price senior, che costituiscono un interessante documento della tecnica cartografica e delle conoscenze geografiche nei primi anni del Settecento.
Il Museo espone due preziosi globi, uno terrestre e l’altro celeste, opera di Charles Price senior, che costituiscono un interessante documento della tecnica cartografica e delle conoscenze geografiche nei primi anni del Settecento.
Il Museo espone due preziosi globi, uno terrestre e l’altro celeste, opera di Charles Price senior.
Tradizionalmente si è ritenuto che il quadro raffigurasse San Raimondo e altri santi domenicani.
Beatificato nel 1738, Nicolò di Bocassio divenne Papa nel 1303, dopo essere stato Ministro Generale dell’Ordine Domenicano.
Il soggetto fu ritenuto a lungo il pittore Antonio Allegri e, come tale, il busto fu donato alla comunità cittadina da Padre Sebastiano Resta nel XVIII secolo.
l fortepiano, utilizzato da Bonifazio Asioli per le sue lezioni, frequentate anche da Karl, figlio di Wolfgang Amadeus Mozart, venne costruito per la ditta londinese Longman & Broderip dal celebre costruttore di strumenti musicali Johann Georg Geib nel 1786.
Si deve a Gustavo Frizzoni l’aver fatto conoscere questa tavola che all’ora si trovava a Modena nelle mani di Matteo Campori.
Le vicende del quadro sono state ricostruite da Massimo Pirondini nella sua monografia su Boulanger del 1969.
Il quadro correggese, datato sul retro dell’assito posteriore “12 agosto 1740” gli venne commissionato dai Chierici Regolari delle Scuole Pie di Correggio, come si evince anche da una registrazione nella medesima data dell’Inventario generale del Convento rintracciata da Valter Pratissoli: Fu posto in Chiesa nostra il Nuovo Quadro del Transito di San Giuseppe, fatto per mano del Signor Mauro Soderini Fiorentino, in prezzo di 30 filippi; dodici e mezzo de’ quali ha speso la Casa e gl’altri sono stati trovati per Carità del Padre rettore da vari Benefattori.
La cosiddetta “Incoronazione della Vergine” di Luigi Asioli è, in realtà, una copia parziale della “Madonna col Bambino in gloria e i santi protettori di Bologna: Petronio, Francesco, Ignazio, Francesco Saverio, Procolo e Floriano”, conosciuta anche come “Pala della Peste” di Guido Reni, oggi nella Pinacoteca nazionale di Bologna.
Opera dalla incerta attribuzione iconografica, essendo possibile vedervi anche l’episodio di Sant’Ambrogio, con la croce patriarcale, che concede il perdono all’Imperatore Teodosio dopo il massacro di Tessalonica, o anche l’imperatore Enrico II, un Santo Vescovo e due sante domenicane.