Arazzi – Seri Giardini – Giove e Callisto
L’episodio (Metamorfosi, II, 422 ss) narra che Giove, vista la ninfa Callisto, consacrata a Diana, dea della caccia, se ne innamorò.
L’episodio (Metamorfosi, II, 422 ss) narra che Giove, vista la ninfa Callisto, consacrata a Diana, dea della caccia, se ne innamorò.
L’episodio, tratto dalle Metamorfosi, VII, 797-803, ci narra dell’infelice storia coniugale di Cefalo e Procri, qui raffigurati l’uno appoggiato alle gambe dell’altra.
L’episodio, tratto dalle Metamorfosi di Ovidio (VIII, 169-176), narra dell’innamoramento di Arianna per Teseo, giunto a Creta per uccidere il Minotauro.
L’arazzo ci mostra, seguendo l’episodio narrato nelle Metamorfosi di Ovidio (XV, 250 ss.
Nelle Metamorfosi di Ovidio (XIV, 664 ss.), Vertumno, Dio delle stagioni, adotta tutti i travestimenti possibili per avvicinare a sè e sedurre Pomona.
Il riferimento d’obbligo per un’analisi del corpus dei disegni di Luigi Asioli nelle collezioni comunali è G.
L’incompiutezza dell’opera, definito solo il volto e abbozzata la figura a livello disegnativo, inducono a datare il quadro verso il 1865, poco prima che la malattia costringesse Asioli all’inattività.
Ritrovata nell’ultimo quarto dell’Ottocento in occasione dei lavori di parziale demolizione della Rocca Nuova o Rocchetta (ora Ostello della Gioventù) in occasione dell’apertura del viale di collegamento tra la stazione ferroviaria ed il centro cittadino.
In gesso su base in legno dipinta a finto marmo, è il bozzetto presentato da Vincenzo Vela in preparazione del monumento poi eretto in piazza San Quirino a Correggio.
La nuova ornamentazione del ricostruito Teatro Bonifazio Asioli di Correggio, dopo il devastante incendio del 1889, venne realizzata dal pittore e decoratore reggiano Giulio Ferrari, e dal veneziano Giuseppe Ponga, richiamandosi allo stile neoclassico e floreale.
“Pure lo scultore correggese Eusebio Casalgrandi, nella seconda metà dell’Ottocento del secolo scorso, volle raffigurare il Pittore prendendo a modello il quadro di Genova, con un monumento”.
Brocca a labbro dritto, corpo sferoidale, ansa a nastro, piede a disco; al centro del corpo è inciso a graffito a punta un profilo di Leonello d’Este (preso dai modelli di Pisanello e Matteo de’ Pasti) rivolto a sinistra; parte inferiore non decorata, macchie in giallo e in verde, vetrina giallina.