San Giovanni Evangelista e un Angelo
L’opera fu pubblicata da Riccardo Finzi (1949 e 1968) come “quadro d’ispirazione carraccesca” con il titolo di San Girolamo.
L’opera fu pubblicata da Riccardo Finzi (1949 e 1968) come “quadro d’ispirazione carraccesca” con il titolo di San Girolamo.
La prima menzione dell’opera si trova soltanto in un inventario del 1856, le cui notizie sono in seguito riprese dal Bigi.
Nel 1835 Adeodato Malatesta esponeva all’Accademia d Venezia il San Mauro che risana un giovane cieco.
L’attribuzione del quadro è stata sin da subito abbastanza controversa.
San Pietro è raffigurato con gli abiti domenicani (tonaca bianca e mantello nero) e inginocchiato davanti a una grande croce, sulla quale si trovano la corona di spine e una lancia con la spugna (attaccata al braccio trasversale destro).
San Pio V, inginocchiato in preghiera, contempla un Crocefisso, appoggiato ad un cuscino, che ritira i piedi avvelenati al bacio del Pontefice.
Questo piccolo – ma solo per dimensioni – capolavoro correggesco raffigurante Sant’Agata era arrivato a Senigallia nella seconda metà dell’Ottocento, portato in dono da un gentiluomo inglese al celebre medico Angelo Zotti (Imola 1833 – Senigallia 1884), luminare che gli salvò la vita.
La prima menzione dell’opera si trova soltanto in un inventario del 1856 le cui notizie sono successivamente riprese dal Bigi.
L’originale correggesco, noto fin dal 1587 nella Guardaroba di Ranuccio Farnese a Parma come un ritratto della Madona in habito di Cingana di mano del Correggio, incornisato di noce et cortina di cendale verde”, ha avuto una notevole fortuna fin dai primi tempi.
A lungo in Francia, dove venne ripreso da Pierre Mignard nel XVII secolo, la piccola tavola rivela un’estrema sicurezza esecutiva, una forza costruttiva ed espressiva, come sottolineato da Sylvie Béguin con esplicita convinzione.