San Michele Arcangelo sconfigge il demonio
L’attribuzione del quadro è stata sin da subito abbastanza controversa. Solo nel 1999, dopo il miracoloso restauro, che ha recuperato le cromie originali, nonchè l’ampio dispiegarsi delle ali, la grazia del gesto, l’avvolgimento dei panni e le gamme cromatiche cangianti (il giallo intenso ricorda la tavolozza dei manieristi ferraresi), Angelo Mazza lo restituisce al Madonnina.
La lotta tra San Michele e il diavolo può essere letta, a livello metaforico, come la lotta del bene contro il male e l’insegnamento che non basta essere fedeli a Dio per sconfiggere il demonio, ma che bisogna combatterlo in un corpo a corpo.
Per l’impostazione molto studiata e i colori sgargianti si ritiene che quest’opera possa essere stata eseguita negli anni giovanili del pittore.