Sant’Antonio da Padova genuflesso con il Bambino e Angeli
La prima menzione dell’opera si trova soltanto in un inventario del 1856 le cui notizie sono successivamente riprese dal Bigi.
La prima menzione dell’opera si trova soltanto in un inventario del 1856 le cui notizie sono successivamente riprese dal Bigi.
L’idea di questo ritratto, secondo il Pungileoni (che lo assegna a Felice [sic] Dal Buono), deriverebbe da un’incisione che G.
La pala di Capretti costituisce una variante, leggermente ingrandita, dalla tela del Correggio eseguita nel 1516 – 1517 per la chiesa di Santa Maria della Misericordia su incarico di Melchiorre Fassi e oggi al Metropolitan Museum di New York.
Il quadro raffigura San Biagio in preghiera. Per anni gli studiosi lo hanno attribuito a Biagio Martini (1761 – 1840), ma dopo il restauro che ha restituito piena leggibilità all’opera, è stato ascritto al catalogo delle opere di Gaetano Callani, docente all’Accademia di Parma e grande appassionato del Correggio, che frequentemente cita nella sua produzione (come nel nostro caso).
Le vicende del quadro sono state ricostruite da Massimo Pirondini nella sua monografia su Boulanger del 1969.
La pala proviene dalla chiesa della Confraternita di San Sebastiano a Correggio, che, dedicata alla Beata Maria Vergine e ai santi Sebastiano, Rocco, Girolamo e Paolo Eremita, venne costituita, su istanza di Niccolò, Borso e Giberto da Correggio, dal luogotenente del cardinal legato Cesare Nacci nel 1502.
Tradizionalmente si è ritenuto che il quadro raffigurasse San Raimondo e altri santi domenicani.
Nella Sala del Seicento del Museo Civico è esposto questo ritratto femminile dalla raffinate fattezze e dalla storia ancora molto oscura.
In questo dipinto di autore ignoto, viene ritratto il Principe Siro da Correggio in abiti più ricercati rispetto al ritratto che lo raffigura in età giovanile: gorgiera bianca a lattughe, corpetto nero con bottoni dorati, maniche brune ricamate d’oro e l’immancabile spada al fianco.
Giovanni Siro da Correggio (1590-1645) fu Principe e ultimo signore della città.
Camillo (1533 – 1605), figlio del conte Manfredo da Correggio e di Lucrezia d’Este, nel 1551 venne compreso nell’investitura di Correggio, concessa da Carlo V, insieme ai fratelli e ai cugini.
Priva di scala metrica, con punto di vista ad ovest a “volo d’uccello” sulla città, di questa pianta non si conosce pressochè nulla.