Sala del Rinascimento
La Sala più prestigiosa del Palazzo dei Principi, ornata da un prezioso complesso decorativo costituito dal soffitto a cassettoni e dal sottostante fregio ad affresco (tritoni con tridente e sirene che suonano strumenti musicali), è una testimonianza emblematica del clima culturale del Rinascimento correggese, a partire proprio dalla decorazione dell’ambiente.
Nel fregio, datato in una delle tabelle “MCIIIIIIII”(1508), compare al centro del lato corto orientale lo stemma composito di Francesca di Brandeburgo (a sinistra lo stemma dei da Correggio, a destra quello dei da Brandeburgo).
Il fervore del Rinascimento correggese trova piena espressione in opere fondamentali qui esposte quali “Il Redentore“, capolavoro assoluto di Andrea Mantegna (firmato in sigla e datato 1493 nell’iscrizione, in parte abrasa, sul bordo inferiore) di intensa potenza emozionale e la delicata “Madonna con il Bambino e i Santi Rocco e Sebastiano“di Geminiano Benzoni, entrambe destinate alla devozione privata, come suggerito dalle piccole dimensioni delle due tavole.
L’attività della Fondazione Il Correggio, volta a valorizzare l’opera e la figura di Antonio Allegri, ha consentito di portare nella sua città natale tre piccole , ma significative, opere recentemente ascritte al catalogo del Maestro: due oli, tra cui il “Volto di Cristo“, dalla incredibile vivezza comunicativa, e la “Pietà“, soggetto unico nel corpus tipologico del Maestro e un “Disegno bifacciale“, raffigurante uno studio per il gruppo di efebi e apostoli del parapetto della cupola del Duomo di Parma (recto) e studi di architettura (verso).
La sala è inoltre arricchita da veri e propri capolavori lignei provenienti dalla Chiesa di San Francesco in Correggio: la “Madonna del Soccorso“, attribuita in forma dubitativa al Maestro del Monumento Fava (prima metà del XV secolo), un “altarolo portatile a edicola“(intagliatore padano della seconda metà del XV secolo), un “Cristo deposto“, unico elemento rimasto di un “Compianto” oggi disperso (scultore dell’area veneta del quarto – quinto decennio del XV secolo), un grande “Crocefisso a braccia mobili“(scultore emiliano della seconda metà del XV secolo).
Dalla Chiesa di Santa Maria della Misericordia proviene invece un’opera di estrema dolcezza e soavità, in terracotta policroma, la “Madonna della Misericordia” di Desiderio da Settignano (1428 – 1464), già facente parte, assieme al Trittico di Antonio Allegri, dell’ancona multipla dell’abside di tale chiesa.
Di più recente ingresso in Museo, una copia storica (XVIII – XIX secolo), unica attualmente conosciuta, della “Madonna di San Francesco” del Correggio, di dimensioni pari alla metà dell’originale esposta a Dresda, e una tra le varianti più antiche e meglio conservate, nell’insieme e nei dettagli, de “La Zingarella“.
A completamento dell’excursus sul primo Rinascimento a Correggio sono riuniti in una vetrina numerosi esempi, per lo più a livello di frammento, di ceramiche decorate e invetriate dei secoli XV e XVI, di produzione locale o di aree limitrofe emiliano – romagnole. Spicca, per singolarità e rarità, la “brocca con il ritratto di Lionello D’Este“, prodotta, con tutta probabilità, in occasione della campagna politica che L’Este promosse per essere legittimato successore del padre Nicolò III, di cui era il secondogenito.
Ultimo aggiornamento
25 Ottobre 2022, 14:35