Asioli Bonifazio
Correggio, 1769 - 1832
A cura di Federica Petralia.
Bonifazio Asioli nasce a Correggio il 30 agosto 1769 da Quirino, orologiaio di professione ma anche organista e dedito alla direzione musicale , e Benedetta Giovannelli.
La sua propensione alla musica, manifestatasi sin da giovanissimo, dipende anche dalle inclinazioni familiari. Non a caso a tal proposito, Gino Roncaglia, si è espresso in questi termini a proposito del compositore: «il temperamento musicale di Bonifazio Asioli non è un fenomeno isolato, ma germinava da tempo nel buon sangue di questa famiglia […] così accadde nella famiglia […] degli Asioli di Correggio» .
Asioli a sei anni viene mandato a studiare presso Giovan Battista Lanfranchi da Pomponesco, considerato dallo studioso Riccardo Finzi un “mediocrissimo insegnante” .
Inizia a comporre musica sacra, realizzando una Messa in Re maggiore, cimentandosi nella direzione della stessa nella chiesa di San Quirino a Correggio. Il più importante biografo del compositore, Don Antonio Coli, suo amico, elenca molte altre opere di musica sacra realizzate tra il 1778
al 1782. Si tratta di Salmi, Inni, Tantum Ergo, Litanie, Antifone, Magnificat ecc.
Nel 1780, a soli 11 anni, Asioli inizia a compiere gli studi sotto la guida di Angelo Morigi , maestro degno di nota che lavora come primo violino e direttore dell’orchestra di corte a Parma. La scelta d’intraprendere un percorso di formazione con tale maestro, presa dal padre in seguito ai lusinghieri elogi che aveva ricevuto il figlio, è possibile grazie ad un contributo versato dalle autorità del comune di Correggio che a proprie spese indirizza il giovane compositore a perfezionare le sue abilità .
Durante la permanenza parmense, durata circa un anno e mezzo, Asioli impara a suonare il violino, il flauto, il violoncello ed il fagotto.
Nel 1782, Asioli si reca prima a Bologna, dove conosce padre Giovanni Battista Martini, un compositore e teorico di grande fama, poi non ancora tredicenne, su consiglio dello stesso Morigi, si trasferisce a Venezia, dove compone altra musica sacra che poi diresse in una esecuzione che si tenne nella stessa città .
Dopo cinque mesi passati a Venezia, l’Asioli fa ritorno a Correggio, ove si ferma cinque anni e fa rappresentare tre opere buffe: La volubile (Correggio, ottobre 1785) , La contadina vivace (Parma, 1785) e Le nozze in villa (Correggio, estate 1786) contemporaneamente compone altra musica sacra, musica da camera, intermezzi ed un oratorio. Tra le opere degne di nota sono l’intermezzo La Gabbia dei pazzi e il melodramma La discordia
teatrale .
Nel 1786, all’età di 17 anni, il musicista viene nominato maestro di cappella delle città di Correggio e di Modena. L’anno successivo Asioli, con l’approvazione delle autorità locali
che accettano di farlo sostituire come maestro di cappella dal
fratello Giovanni (31 Agosto 1787), si trasferisce a Torino, come insegnante di cembalo della marchesa Vittoria, figlia di Maurizio Gherardini, ministro del duca Francesco III d’Este presso la Corte di Torino.
In questa città il compositore correggese scrive duettini, canzoni ma soprattutto molta musica da camera che gli diede una notevole fama. Mette in musica anche brevi liriche di Metastasio, riuscendo a esprimere i sentimenti e le atmosfere di voluttà e sogno tipiche delle parole del poeta.
Dal 1787 al 1796, Asioli compone molte opere, sono degne di nota vari notturni, alcune cantate (La Scusa, Il nome e La Primavera), due sinfonie ma soprattutto il melodramma in tre atti Cinna (realizzato per la Scala a Milano nel 1793) e l’azione teatrale Pigmalione (composto nel 1796 per il Cavaliere La Cainea su versi di Gian Giacomo Rousseau) .
È durante il periodo torinese che accanto all’attività di compositore, Asioli ha modo di coltivare significative amicizie, tra i nomi più significativi ricordiamo Ippolito Pindemonte e Carlo Botta . Molti giovani di ottima predisposizione al canto, chiamati anche Quelli della cappella di Asioli, furono seguiti personalmente dal maestro. Dopo nove anni di permanenza a Torino, nel 1796 l’Asioli si trasferisce con la stessa famiglia Gherardini a Venezia e vi rimane fino al 1799.
Compone in quest’ultima città varie cantate che, al pari delle precedenti, godettero di molto successo. Fra di esse degna di nota è Il Danubio, musicando pure una scena del Saul dall’omonima tragedia di Vittorio Alfieri e molto apprezzata dallo stesso.
Nel 1799 il musicista si trasferisce a Milano dove vi rimane per un lasso di tempo particolarmente lungo fino al 1814. Questo periodo viene considerato uno dei più fecondi per la sua attività di compositore.
Per ciò che concerne la musica sacra si cimenta nel genere del mottetto: Il Redentore in Croce, Il Peccatore ravveduto, Il testamento poetico di David, L’arpa di David e altri. Nell’ambito della musica profana degne di nota sono le opere: La campana di morte, L’ode alla luna e soprattutto il Gustavo al Malabar, melodramma in due atti che viene spesso considerato il lavoro teatrale migliore dell’Asioli e che, rappresentato a Torino nel carnevale del 1802, ebbe un gran successo.
Nel 1805 il Viceré d’Italia, Eugenio di Beauharnais, udita la fama dell’Asioli, lo nomina maestro di camera e direttore dell’I. R. Cappella e, poco dopo, gli commissiona un Domine Salvum Fac che doveva diventare il canto ufficiale da eseguire alla fine delle messe solenni in tutte le chiese del Regno d’Italia.
Il 29 giugno 1808 Asioli viene nominato primo maestro di composizione e censore del Reale Conservatorio di Musica di Milano. Il musicista in un primo tempo rifiuta la carica ma poco dopo è costretto dal Viceré ad accettarla. L’attività del maestro all’interno dell’istituto è degna di nota: fonda la biblioteca musicale e riunisce un’ottima orchestra ed un buon corpo vocale.
Fa in modo che gli allievi interpretino i capolavori dei più importanti compositori: lo Stabat Mater di Pergolesi (in prima esecuzione in Italia) e i due oratori di Haydn Le Stagioni e Le Creazioni che Asioli ridusse anche per sestetto ottenendo le lodi dello stesso autore.
Una parentesi dal soggiorno milanese viene fatta nel 1810 quando il maestro, al seguito del Vicerè, va a Parigi, in occasione del matrimonio di Napoleone con Maria Luigia. Di ritorno dal viaggio, si dedica per un certo tempo a composizione d’indole sacra, e scrive fra l’altro un Te Deum ed uno dei suoi Tantum Ergo.
Durante il soggiorno milanese inizia a scrivere molte opere di didattica musicale. Si tratta di testi che a lungo vengono adottati nei moderni conservatori e licei musicali, a testimonianza del ruolo rilevante che ebbe il compositore in tale ambito. Le prime opere di didattica realizzati dal correggese sono: il Trattato d’armonia e d’accompagnamento (Milano, 1813) e i Dialoghi sul trattato d’armonia (Milano, 1814). Nell’opera didattica Asioli lasciò la miglior parte di se stesso. Egli, pur non avendo creato nulla di nuovo, riesce ad essere un ottimo divulgatore, di tale chiarezza che la sua opera favorì un notevole progresso nell’arte di insegnare con facilità a suonare strumenti e a comporre. Egli introdusse per primo l’uso dei testi scritti, ancora nei primi anni dell’800 infatti l’insegnamento della musica avveniva solo per mezzo di lezioni orali. Particolarmente per i suoi trattati, che furono ristampati per più di 70 anni, l’Asioli è ancor oggi conosciuto ed apprezzato negli ambienti musicali italiani e stranieri.
A Milano Asioli coltiva molte amicizie, come già era accaduto anni prima a Torino, tra questi degni di nota sono i letterati ed in particolare Vincenzo Monti .
Nel 1814, crollato il Regno Italico, il maestro correggese viene dimesso dal Conservatorio e torna nella sua città natale. Qui si dedica all’insegnamento, avendo il merito di riformare la locale scuola di musica. Aiutato dal fratello Giovanni, infatti trasforma la sua abitazione in un vero conservatorio ed impartisce lezioni ad allievi concittadini.
Tutta la famiglia Asioli – composta da quattro maschi e quattro femmine – era versata nell’arte musicale. In particolare un fratello di Bonifazio, Luigi, che verrà ricordato come valente musicista, egli infatti compose molte opere presenti anche nel nuovo fondo che si è costituito .
Nell’ultimo periodo della sua vita, dal 1815 al 1832 (anno della morte) Asioli compone molta musica sacra: versetti, miserere, stabat, messe, salmi, sestetti, quartetti, marcie, tutta musica che in buona parte verrà eseguita a Correggio per quasi un secolo. Contemporaneamente prosegue con la stesura delle opere didattiche: Osservazioni sul temperamento proprio degl’istromenti stabili (Milano, Giusti 1816, a spese di G. Ricordi), Scale, salti per il solfeggio Preparazione al canto ed ariette (1816), L’allievo al clavicembalo (Milano, 1819) e soprattutto Il maestro di composizione, ossia seguito al trattato d’Armonia, scritto nel 1832 ma pubblicato postumo nel 1836 a cura di Don Antonio Coli .
Nel 1826 per le pressioni esercitate su di lui dalla città di Reggio Emilia, l’Asioli fornisce le norme per attivare una scuola di musica anche in quella città nello stesso anno. Per tale contributo la comunità reggiana lo nomina Supremo presidente e protettore della scuola decretandogli la cittadinanza nobile di Reggio. Asioli tra i suoi allievi annovera molti personaggi degni di nota: Benedetto Negri, Rolla e soprattutto il figlio di Mozart, Carlo, raccomandato da Haydn .
Nel 1831 il musicista si ammala gravemente e, dopo sei mesi il 18 maggio 1832, muore. I suoi resti, conservati prima nel cimitero della Madonna della Rosa, si trovano oggi nella chiesa di San Sebastiano a Correggio, dove le urne con le sue ceneri e quelle del fratello Giuseppe erano state collocate nel 1932 in occasione delle celebrazioni del primo centenario della sua morte, nello stesso luogo è stata realizzata anche una lapide con epigrafi in suo onore .
Come ricordato già più volte nella sua vita Asioli si era legato in amicizia con esponenti rilevanti del panorama musicale e culturale, tra questi anche il pittore Appiani, che lo effigiò, ed altri di non minor nome. La città di Correggio dedicò al maestro il teatro comunale che tutt’oggi porta il suo nome.
[tratto dalla ricerca di Federica Petralia premessa al Catalogo del fondo Asioli. Il testo completo, comprensivo anche delle note, è disponibile presso il book shop del Museo]