Pecorelle sul Sile
Sul retro:
a carboncino, numero, titolo e misure di inventario: “Pasinetti: 201- Pecorelle- 1870“;
sul lato sinistro del telaio, a penna ad inchiostro scuro, firma dell’Artista: “Guglielmo Ciardi“.
Autore: Guglielmo Ciardi (Venezia, 1842 – Venezia, 1917)
Titolo: Pecorelle su Sile
Datazione: 1870
Tecnica: olio su tela riportata su altra tela
Dimensioni: cm. 24,5 x 41
Firmato in basso a sinistra: G. CIARDI
Guglielmo Ciardi- cenni biografici
Nato a Venezia da Teresa De Bei e dal funzionario Giuseppe, dopo gli studi classici nel collegio di Santa Caterina viene accolto nel 1860 all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove frequenta i corsi di Federico Moja e del paesista Domenico Bresolin, che lo avvia alla riproduzione di soggetti en plein air, a stretto contatto con la natura. Esordisce nel 1865 all’Esposizione di Belle Arti di Verona.
Nel gennaio del 1868 lascia Venezia per un viaggio d’istruzione che lo porta inizialmente a Firenze dove, su presentazione di Federico Zandomeneghi, viene a contatto con gli artisti Macchiaioli, in particolare con il capostipite Telemaco Signorini e partecipando alle accese riunioni del Caffè Michelangiolo: da questa frequentazione, Ciardi trova impulso verso un’arte libera, vera e fuori da regole precostituite.
Si trasferisce poi a Roma, dove conosce Nino Costa e a Napoli frequenta gli artisti della Scuola di Posillipo e della Scuola di Resìna, fra i quali Filippo Palizzi, Federico Rossano e Domenico Morelli.
Di rientro a Venezia nei primi mesi del 1869, si focalizza sulla riproduzione di paesaggi di ispirazione verista, con soggetti prediletti gli scorci della laguna veneta e della campagna trevigiana, dove si reca per lunghi soggiorni nella tenuta di famiglia (Villa Ciardi) di Quinto di Treviso; si tratta di vedute dagli ampi orizzonti, espresse con una tavolozza di verdi chiarissimi e luminosi.
Nel 1874 sposa Linda Locatelli, da cui avrà quattro figli, due dei quali diventeranno affermati pittoriː Beppe Ciardi, paesaggista e realista, ed Emma Ciardi, particolarmente nota in ambito internazionale.
Mantiene nel corso degli anni stretti contatti con i principali centri artistici italiani: Firenze, Torino, Milano, Genova, Roma e Napoli ed è presente a numerose manifestazioni internazionali, tra le quali decine di Biennali di Venezia dal 1887 al 1917, oltre a quattro mostre postume. Ciardi trova la principale affermazione di pubblico e critica con Messidoro (1882), opera premiata con medaglia d’oro alle esposizioni di Nizza del 1883 e di Berlino del 1886 e acquistata dalla Galleria d’arte moderna di Roma.
Nel 1894 succede al maestro Domenico Bresolin nella cattedra di Scuola di vedute di paese e di mare all’Accademia di Belle Arti di Venezia, che manterrà fino alla morte e viene nominato segretario della commissione di accettazione opere della Biennale.
Nel 1915 ottiene la medaglia d’oro all’Esposizione internazionale di San Francisco.
Colpito da una paralisi alle gambe, muore a Venezia il 5 ottobre 1917.
Nel 1924 la famiglia dona alla Galleria d’arte moderna di Venezia ventisette dipinti e venticinque disegni realizzati da Guglielmo, mentre altri settanta disegni sono conservati presso la Cassa di Risparmio di Venezia.
Tra gli allievi, oltre ai figli Beppe ed Emma, Iras Baldessari, Maria Vinca, Tito Corbella e Umberto Moggioli.
Identificato come uno dei pionieri della Scuola del Vero veneziana, è principalmente paesista e marinista.
Fondamentale per lo sviluppo del suo personale stile l’incontro con Telemaco Signorini e il gruppo degli artisti Macchiaioli, la cui scomposizione del colore viene unita da Ciardi alle influenze tratte dai vedutisti settecenteschi e dall’utilizzo della luminosità del colore appreso dalla Scuola di Resina.
Ultimo aggiornamento
14 Ottobre 2024, 10:11